federica sosio

Federica Sosio

6 MIN

Maribor, slalom speciale, 22 Febbraio 2015.
Trovarmi davanti a quel cancelletto era quasi surreale.
Credo che il cuore mi battesse a più di cento-settanta battiti al minuto, nonostante fossi ancora completamente ferma.

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Il numero 55 era appena partito e io stavo cercando di concentrarmi sulla gara, di ripetere mentalmente ogni singola curva ma, forse per la prima volta in vita mia, non riuscivo più a capire niente.

Davanti a quel cancelletto di partenza io ero assolutamente persa e, credetemi, era una sensazione stupenda!

Solo pochi minuti prima avevo visto Mikaela Shiffrin al bar.

Solitamente ero abituata a vederla in tv mentre sciava, inquadrata sorridente al Leaders Corner, sulla copertina di qualche rivista sportiva o al massimo ospite a qualche programma tv.

Aveva appena concluso la sua prima manche ed era chiusa dentro uno stanzino di vetro, addormentata su un piccolo divano situato proprio in fondo alla scalinata.

Era strano trovarla sulla mia stessa lista di partenza.

Questa volta era proprio lì, la sciatrice più promettente al mondo stava riposando a pochi passi da me.

Mi voltai ed iniziai a vestirmi, anche se realizzare realmente dove fossi si stava rivelando alquanto difficoltoso.

Di lì a poco sarebbe toccato a me e dovevo prepararmi.

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Stavo finendo di infilarmi il casco, quando vidi davanti a me Manuela Moelgg, mentre rientrava al bar, con un passo deciso.

Una delle sciatrici più forti ed esperte del circuito.

Stavo per chiederle come fosse andata la sua manche, ma mi anticipò dicendomi con un tono deciso, fermo ma allo stesso tempo molto rassicurante:

Vai e divertiti! Non pensare a niente! Goditi questa giornata speciale. Te la ricorderai per sempre!

Mi ritrovai seduta in seggiovia, continuando a pensare alle sue parole.


Le ragazze continuavano a scendere, una dietro l’altra.

Pioveva a dirotto, le tribune erano completamente vuote, a parte qualche pazzo appassionato che, nonostante questo tempo, non si era mosso di un centimetro.

Ed eccomi qua, al cancellato di partenza. Era davvero arrivato il mio momento.

La mia prima gara di Coppa del Mondo.

Mi ero studiata quello slalom a memoria, conoscevo perfettamente ogni centimetro di pista anche se non so ricordare con certezza a cosa stessi pensando in quel momento.

Ero forse solo felice ed elettrizzata, con un vuoto in testa fino ad allora a me quasi sconosciuto, semplicemente non vedevo l’ora di scendere.

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Credo che in quel momento ero talmente galvanizzata da sembrare più una bambina di due anni che prova per la prima volta un gelato, piuttosto che un’atleta.

Però non mi importava, volevo solo godermi ogni singolo istante di quella discesa e mettermi alla prova.

Una volta chiusi gli scarponi e posizionati i bastoni fuori dal cancelletto, con il cuore a mille-e-cento partii, e da lì fino al traguardo il mio istinto prese il totale sopravvento.

Feci qualche errore certo, ma non mi importava, non mollai un secondo e continuai a fare ciò che ho sempre amato fare: sciare.

Volevo arrivare al traguardo!


Una volta passata la linea di arrivo, travolta dalla gioia e sommersa dall’adrenalina, non mi accorsi nemmeno di essere completamente fradicia.

Stava decisamente diluviando.

Mi voltai verso l’allenatore che mi stava aspettando al parterre, per cercare di intuire il suo giudizio sulla manche.

Lui, sorridendo sotto una grossa mantella completamente zuppa, mi incitò a seguirlo fino a dentro al team ospitality.

Avevo decisamente preso troppi secondi per sognare anche solo lontanamente una qualifica per la seconda manche, ma non mi importava molto.

In quel momento, in quel traguardo, completamente fradicia ero semplicemente felice del mio esordio!

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Se solo un qualche mese prima mi avessero detto che avrei partecipato a una gara di Coppa del Mondo non ci avrei mai e poi mai creduto.

E invece ero proprio lì, incredula e felice, tra le slalomiste più forti del mondo.

A difendere a testa alta la mia posizione, una delle ultime.

Ma questo non contava: avevo appena realizzato un mio sogno.

Sogno che sta continuando.

Sogno in cui posso essere semplicemente me stessa e grazie al quale scopro il mondo, vivo emozioni forti e attimi indimenticabili.

Federica Sosio / Contributor

Federica Sosio